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GOTTHARD – Gotthard

vitaminizzata di “Hush”, brano originale di Joe South reso celebre da una serie di cover tra cui la più nota ad opera dei citati Deep Purple, in un climax emozionale e sonoro da cardiopalma, di un´intensità e una potenza inaudite che trovano perfetta espressione negli eventi live.

Su “Firedance”, forse la migliore del lotto, il gran lavoro di Marc Lynn al basso conferisce al pezzo un groove terrificante su cui si innestano le chitarre cariche e metalliche di Leo Leoni e dello special guest Vivian Campell, eppure il vero asso nella manica si rivela essere di nuovo il superbo Steve Lee, più che mai mattatore a sottolineare le splendide melodie con una prestazione assolutamente straordinaria che lo colloca di diritto nella dinastia dei grandi singer hard rock accanto a nomi del calibro di David Coverdale, Robert Plant, Lenny Wolf e Steve Tyler.

Un´ulteriore caratteristica peculiare di questo lavoro è che laddove le band citate in precedenza avrebbero inserito qualche brano più pacato per spezzare il ritmo e far rifiatare l´ascoltatore, i Gotthard spingono ancora di più sull´acceleratore con l´adrenalinica “Mean Street Rocket” e con le successive “Get Down” e “Take me”, altri gioielli di hard rock energico e genuino forti di riff indovinati e di melodie perfettamente riuscite, concedendosi una pausa solamente con la semi ballad “Angel” la quale risulta comunque giocata su tonalità piuttosto spinte e su strofe sostenute sulle quali il solito Steve Lee stende buona parte della concorrenza in quanto a intensità e feeling.

Il finale è di nuovo a tutta velocità all´insegna di qualche leggera influenza targata Whitesnake, soprattutto nel cantato della devastante “Lonely Heartache”, e delle ritmiche heavy di “Hunter”, mitigate solamente dalla parentesi acustica di “All I Care For”, di nuovo notevole per la prestazione sopra le righe di Steve Lee e con la quale cala il sipario su un debut album con i fiocchi che lanciò una band dalle grandi potenzialità e contribuì a tenere viva la fiamma dell´hard rock in un´epoca dominata dall´ondata grunge/alternative e dai primi vagiti della scena crossover/nu metal.

Fonte: Stefano Burini

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