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Live Report SOMMARIO

DGM + ELDRITCH + Sailing To Nowhere + Chaosm, Roma, 31/03/19 – Un prog-power quartet tutto made in Italy!

Spesso ci si esalta per gruppi personalità o artisti, in tutti i campi dello scibile umano, provenienti da altri paesi, senza a volte accorgersi del grandissimo potenziale che si ha guardando a casa propria: questa aimé oggi diffusa tendenza esterofila, soprattutto in campo musicale, non da giustizia a tantissime valide band presenti sul nostro territorio nazionale, proprio come quelle apprezzate quest’oggi, Domenica 31 Marzo presso l’accogliente Wishlist Club di Roma. In cartellone sono presenti i DGM, storico gruppo prog-power tra i più apprezzati all’estero, gli ELDRITCH, altra formazione con decadi di esperienza alle spalle, ed infine i Sailing To Nowhere, giovane ma assai attiva band capitolina, in compagnia di un altro valido gruppo di apertura, i Chaosm. Insomma gli ingredienti ci sono tutti per poterci gustare una serata tutta all’insegna come dicevamo del “prog-power made in Italy”, sotto il nome dell’altisonante tourneé in atto “A Prog Power Journey Tour 2019”!

Chaosm
Abbastanza puntuali sul ruolino di Marcia, ecco calcare il palco i giovani, ma già ben rodati, progsters capitolini che avevamo già avuto il piacere di conoscere solo pochi mesi fa in occasione del SoundsRock Fest III (il cui reportage potete trovarlo qui – n. d. r.): il combo ci propone una scaletta breve ma intensa, andando a pescare dalla loro produzione assai variegata. “Dreamer” e “Take Over Meaning” sono un ottimo biglietto da visita per chiunque non li abbia ancora mai conosciuti, mettendo subito in mostra le potenzialità insite nella loro proposta musicale, come ad esempio le linee melodiche di Alessio Manca (voce), dotato di un timbro canoro assai particolare e versatile, così come dell’ottima e solida accoppiata composta da Alessandro Pansieri (basso) e Dario “DB” Bernardini (batteria) alla sezione ritmica! Su “The Same Things” è invece alquanto apprezzata la performance di Dario Palazzolo (tastiere), bravo nel destreggiarsi tanto sui soli che sui tappeti sonori profusi, mentre Federico Palucci (chitarra) si dimostra ancora una volta una sicurezza alla sei corde: intendiamoci, la loro proposta è certamente debitrice di band come Dream Theater, Symphony X e Fates Warning, ma i nostri dimostrano anche una loro personalità che certamente dovranno cercare di implementare e sviluppare nel corso degli anni se vorranno emergere dal vasto panorama underground! I nostri ci salutano ringraziandoci per il supporto e colgono l’occasione di salutare anche le altre tre band che li succederanno sul palco, con le quali hanno appunto condiviso un weekend fantastico con queste tre date del mini-tour italiano: “Dimension” chiude dunque un set veramente apprezzato, peccato per la scarsa presenza di pubblico in sala ma, vista l’ora quasi preserale, era anche comprensibile aspettarsi pochi presenti all’inizio. Una riconferma in attesa di nuovi sviluppi musicali!

Chaosm setlist:

“Dreamer”
“Take Over Meaning”
“The Same Things”
“Journey”
“Dimension”

Sailing To Nowhere
Mentre il locale comincia sempre più a riempirsi di fan pronti a gustarsi alcune delle formazioni più illustri del panorama prog-power italiano e mondiale, ecco salire sul palco i nostri amati naviganti capitolini, pronti a regalarci un’altra emozionante serata nel piccolo ma accogliente locale in zona San Lorenzo: questa volta senza tastierista in formazione, il che non può che giovare certamente a livelli logistici per tutti i già numerosi componenti presenti, la band guidata dalle due ugole Sara Tiezzi (voce) / Marco Palazzi (voce) ci riserva come sempre uno show pittoresco e variegato, sempre coinvolgente grazie alla dote inusuale che i nostri naviganti hanno avuto sin dagli esordi! “Scream Of The World” è per l’appunto un urlo di gioia per far festa tutti assieme in questa magica serata metallica, mentre su “Fight For Your Dreams”, una delle preferite dal sottoscritto, non si può rimanere indifferenti ad un ritornello dal gusto melodico assai apprezzabile, grazie anche all’ottimo lavoro chitarristico del giovane e talentuoso Francesco Ciancio (chitarra)! “Apocalypse” “Suffering In Silence” continuano sulla falsariga delle precedenti, con un pubblico sempre più appassionato e coinvolto soprattutto tra le prime file, grazie anche alla bravura della band nel saper tenere desta l’attenzione di tutti, mentre il buon Andrea Lanzillo (chitarra) ci delizia anche lui con alcuni soli e arrangiamenti prelibati! “A New Life” ci riserva invece un lavoro assai pregevole del silenzioso Carlo Cruciani (basso), sempre attento sui passaggi più veloci così come su quelli più lenti o stoppati, una vera garanzia, così come l’amico Giovanni Noè (batteria), una macchina da guerra inarrestabile dall’inizio alla fine di tutto il set! Ed eccoci arrivati all’epilogo anche di questa esibizione, riuscita e devo dire, nonostante la sua brevità, apprezzata da tutto il pubblico, anche dai non appassionati: i nostri marinai ci lasciano, prima di “salpare per il Sol Levante”, con la loro omonima “Sailing To Nowhere”, immancabile in qualsivoglia loro concerto: a presto ragazzi!

Sailing To Nowhere setlist:

“Scream Of The World”
“Fight For Your Dreams”
“Apocalypse”
“Suffering In Silence”
“A New Life”
“Sailing To Nowhere”

ELDRITCH
Arriviamo così ad uno dei due live act più attesi dell’evento, non fosse altro perché mancano da un po più di tempo sui palchi capitolini: gli storici toscani, guidati dal sinistro ma simpatico Terence Holler (voce), attivi sulle scene da quasi trent’anni oramai, ci regalano un set intenso e variegato, che va a pescare qua e la dalla loro ampia discografia! Partenza affidata all’intro “E-Nest” che fa da apripista a “Reverse” (dall’omonimo full lenght del 2001 – n. d. r.), ed è subito un tripudio da parte dell’audience pronta a più riprese a sostenere Terence & co.: da ‘Neighbourhell’ (2006) viene proposta “Still Screaming”, dove Raffahell Dridge (batteria) fa un egregio lavoro dietro le pelli, grazie ad un muro sonoro alzato dalle due asce composte rispettivamente da Eugene Simone (chitarra solsista) e Rudj Ginanneschi (chitarra ritmica), mentre ci viene ora offerta la titletrack dell’ultimo loro disco “Cracksleep” (uscito quasi un anno fa per la Scarlet Records – n. d. r.). Il loro sound, in bilico tra Fates Warning, Queensryche e Coroner ci offre un heavy prog classico, capace però di evolversi nel tempo senza snaturarsi minimamente: ne è una prova la recente “Reset” (di cui è stato girato anche un videoclip – n. d. r.)! Da ‘Underlying Issues’ (2015) invece è tratta la attualissima, soprattutto per i testi, “The Face I Wear”, durante la quale gli sguardi sinistri di Terence incutono un certo timore reverenziale tra i presenti; “Tasting The Tears” ci riserva un buon groove elaborato da Alessio Consani (basso), così come su “Blackened Day”, mentre il pubblico presente continua a incitare incessantemente il quintetto livornese. Da sempre apprezzati in terra capitolina, era se non erro dall’ormai lontano 2015 in quel del Jailbreak Live Club che non vedevo Terence e compagni qui a Roma: l’attesa però, come dicevamo, è stata certamente ripagata con un set variegato e sicuramente apprezzato da tutti gli spettatori presenti, che adesso riempiono sempre di più la location! Non ci resta ancora molto aimé per apprezzare il loro set visti anche i tempi ristretti, previsti per ciascun gruppo quest’oggi, quando ecco riproposta la storica e immancabile “Bleed Mask Bleed” (dal loro capolavoro ‘El Niño’ del 1998 – n. d. r.) per poi salutarci tutti sulle note di “The Dark Inside”, al termine della quale i nostri cinque ricevono un’ovazione doverosa, condita da applausi meritatissimi: alla prossima venuta, speriamo molto presto!

ELDRITCH set:

“E-Nest” (Intro)
“Reverse”
“Still Screaming”
“Cracksleep”
“Reset”
“The Face I Wear”
“Tasting The Tears”
“Blackened Day”
“Bleed Mask Bleed”
“The Dark Inside”

DGM
Siamo perfettamente in tempo sul ruolino di marcia, giusto il tempo per rifiatare, bevendosi una birra e scambiando quattro chiacchiere con i tanti amici e conoscenti presenti, ed eccoci pronti per gustarci questo attesissimo set di chiusura, dopo essere rimasti positivamente colpiti da tutti e tre i gruppi precedenti: tocca ora ad una delle band del panorama prog-power tricolore più amate e apprezzate a livello mondiale! Applausi di incoraggiamento da parte di un pubblico adesso abbastanza più numeroso si fanno sentire sulla opener “The Secret (pt.1)”, eseguita con la solita maestria e capacità tecnica che da sempre contraddistingue la band: in particolar modo è sempre encomiabile il lavoro di Emanuele Casali (tastiere), sia sui tappeti sonori e arrangiamenti iniziali e sia nei soli più veloci, mai fini a se stessi ma sempre atti ad apportare quel “quid” in più a tutta la composizione! “Animal” e soprattutto la melodica “Reason” ci mostrano tutto il talento di Mark Basile (voce), una delle ugole più apprezzate del genere, che anche in questa occasione, nonostante la stanchezza accumulata in queste tre date in giro per la penisola, dimostra di tenere bene il tiro e ci delizia sia nelle parti più acute e sia in quelle più introspettive; sempre dal loro recente ‘The Passage’ (2016, Frontires Music srl – n. d. r.) viene eseguita “Ghosts Of Insanity”, altro brano di pregevole composizione, sul quale svetta incontrastato Simone Mularoni (chitarra) in voli pindarici sulla sua sei corde, supportati da tutti gli altri quattro componenti! Un plauso va ovviamente anche e soprattutto alla sezione ritmica di alto profilo, composta da Fabio Costantino (batteria) e dal riccioluto Andrea Arcangeli (basso), due membri oramai storici del quintetto visto la loro lunga permanenza, capaci di destreggiarsi sapientemente su tutti gli stacchi e controtempi presenti all’interno di ciascun brano eseguito: ne sono prova le arrembanti esecuzioni di “Repay” o della richiestissima “Trust”, cantate in coro da tutti i presenti delle prime file. Ancora una volta, come già detto in apertura, mi stupisco di come spesso gruppi del loro calibro vengano più apprezzati e osannati all’estero che qui da noi, questo a riprova dell’alto valore e dell’alta considerazione di cui molti di loro hanno nel panorama musicale internazionale: una lineup assolutamente di alto profilo e tasso tecnico, assolutamente invidiabile, che fortunatamente nel corso degli ultimi anni sta riscuotendo veramente un ampio e più che meritato consenso per le proprie doti innegabili, grazie alla capacità dei singoli componenti di apportare linfa nuova alla parte compositiva, facendo gioco di squadra e non mera esibizione di una tecnica eccelsa che comunque non gusta mai! Il loro progressive metal è condito da inserti moderni ma anche da rimandi a band del calibro dei Rush, proprio per la vena melodica che da sempre contraddistingue il combo italiano: “Hereafter”, dal loro stupendo ‘Frame’ (2008), ci viene propinata nel miglior modo possibile, ed è semplicemente stupefacente apprezzare ogni singolo loro passaggio mai scontato o banale, privo di qualsivoglia refuso o orpello di sorta! E’ ormai giunta l’ora di salutarci anche con loro e i nostri ci lasciano sulla fantastica “The Passage”, al termine della quale ricevono anche loro una dose corposa di applausi da parte di tutti coloro i quali, compreso il sottoscritto, hanno voluto a tutti i costi essere presente a questo lungo ed affascinante “prog-power journey” capitolino!

DGM set:

“The Secret (pt.1)”
“Animal”
“Reason”
“Ghosts Of Insanity”
“Fallen”
“Repay”
“Trust”
“Hereafter”
“The Passage”

Non ci resta dunque che ringraziare come sempre la SoundsRock Agency degli amici Giovanni Noé e Andrea Lanzillo, oggi in veste non solo di organizzatori bensì anche di protagonisti on stage, che hanno fortemente creduto in questo fantastico “A Prog Power Journey Tour 2019” di ben tre date (il 29 al Cycle Club di Firenze, il 30 al Legend Club di Milano ed infine quest’oggi 31 Marzo al Wishlist di Roma – n. d. r.), così come tutti gli altri tre act che si sono susseguiti in questa stupenda avventura musicale! Infine un doveroso ringraziamento va a tutto lo staff del Wishlist per la consueta cordialità e disponibilità nei nostri confronti!

Fonte: Raffaele Pontrandolfi

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