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Live Report SOMMARIO

PAUL GILBERT MASTERCLASS, Roma, 17/04/19 – Technical Difficulties!

Preannunciato come un sold out più che aspettato già da quasi un mese, visto appunto l’altisonante nome del protagonista coinvolto, l’evento pre-pasquale di Mercoledì 17 Aprile, che ha visto l’estroso chitarrista Paul Gilbert, noto ai più per la sua militanza in band del calibro di Mr. Big Racer-X, esibirsi e cimentarsi in una variegata masterclass presso il Let It Beer di Roma, è stato un autentico successo per la numerosa partecipazione collettiva: giovani e meno giovani, appassionati dello strumento o semplici curiosi e fan delle band sopracitate, hanno letteralmente invaso tutta la sala del rinomato e accogliente locale capitolino! Un evento, organizzato dalla MMI (Modern Music Institute) di Roma in collaborazione con lo staff del Let It Beer, che ha avuto il forte pregio di portare nella Città Eterna un musicista tra i più apprezzati al mondo non soltanto in campo rock e metal bensì anche in altri ambiti musicali, grazie soprattutto alla sua rinomata versatilità e background artistico a tutto tondo: per l’occasione il nostro è stato accompagnato da due fenomenali musicisti d’eccezione che portano il nome di Dino Fiorenza (basso, già con Mark Boals Vivaldi Metal Project – n. d. r.) e Andrea Gianangeli (batteria, ex DragonhammeR, Hangarvain, David Reece e attualmente negli Ehfar – n. d. r.), una sezione ritmica di alto profilo e tasso tecnico, panacea per qualsiasi artista di fama internazionale!

Paul Gilbert Trio
Accolto da un’autentica ovazione generale dei tanti spettatori seduti e in piedi al bancone, che popolano quest’oggi il rinomato locale capitolino, il nostro Paul Gilbert, vestito in modo sobrio ma elegante, fa il suo ingresso in scena accompagnato dai due eccezionali musicisti con cui condividerà questa intensa masterclass: il clima che si respira, nonostante si abbia davanti un colosso della sei corde e della musica mondiale, è alquanto familiare e raccolto, merito soprattutto dell’estroso ma socievole chitarrista, sempre molto coinvolgente, ironico e socievole con tutti noi. Quella di questa sera sarà appunto un’esibizione che si alternerà ad una parte di didattica, proponendo di volta in volta brani ad hoc, pescati dal suo repertorio solista e tra i classici del rock, sempre introdotti da una esposizione di alcuni consigli tecnici musicali legati al mondo della sei corde: ricordandoci come ci sia stata un’evoluzione sugli accordi nella storia della musica pop e rock, soprattutto nel pomp rock e in diversi brani dei Bee Gees nei ’70, “Gonna Fly Now”, direttamente dal film di Rocky, apre la serata tra gli applausi degli spettatori. Si prosegue così sulle note della celeberrima “Over The Hills And Far Away” del compianto Gary Moore, in versione strumentale, con fraseggi e un solo di chitarra veramente degni della sua caratura, con arrangiamenti sopraffini che nulla tolgono ma che anzi valorizzano la già sublime canzone originale. Ci viene sapientemente spiegato dal buon Paul come con la chitarra si possa benissimo emulare altri tipi di strumenti come voce o sezione ritmica: in particolare l’emulazione di tutte le tonalità dello spettro vocale, confessandoci di non essere mai stato dotato come cantante, tra i sorrisi di tutti i suoi fan. Fornendoci appunto un esempio esplicativo di quello poc’anzi accennato solo teoricamente, i nostri eseguono “Owner Of A Lonely Heart”, super hit degli Yes, su cui Gilbert suona e riarrangia in modo stupefacente tutte le parti di voce, chitarra e tastiera, facendoci notare come da un accordo semplice si possa costruire un’architettura della sei corde basata sulla scala maggiore o minore dell’accordo di partenza: a tal proposito non poteva infatti mancare un accenno a “Little Wing” di Jimi Hendrix! Tra gli occhi ammaliati dei presenti, soprattutto delle prime file, ci viene mostrato ora come, cambiando la ritmica di uno stesso accordo, si possa passare ad esempio ad uno shuffle per esempio quello di “The Zoo” degli Scorpions, con un apporto fondamentale delle gambe come diretta estensione della sei corde: il celebre chitarrista americano ci racconta quindi l’importanza che ha ricoperto per lui il blues nella sua formazione da musicista, nonostante ci confessa di aver iniziato ad ascoltare principalmente i Led Zeppelin e l’hard rock. Dopo un breve cenno al classico “Keep Playin’ That Rock” di Edgar Winter e “Rock Around The Clock” di Bill Haley, ci viene raccontato come nascono gli accordi di settima con l’inserimento di una nota minore o maggiore a seconda dei casi, usata assai di frequente nei giri blues: a tal proposito viene improvvisato un blues sulla sua “Blues For Rabbit” con un assolo da capogiro di Dino Fiorenza (basso), sfoderando un groove mastodontico, e arrivando addirittura a suonare son i denti, rilevandosi nuovamente un vero e proprio animale da palcoscenico, capace di scambiare duetti da infarto col sorridente e divertito Paul! E dal blues si passa ora al pop rock con “Love Me Do” dei The Beatles, rivisitata con tanto di assoli e fraseggi al fulmicotone, pregni di padronanza e di una tecnica sopraffina, con un solo finale con tanto di slide! La sua “Havin It” ci conduce verso la parte conclusiva della serata, sempre pronta a rivelarci sorprese e colpi di scena: vengono adesso fatti salire sul palco due giovani e promettenti studenti dell’MMI con cui il buon Gilbert e i suoi compagni duettano in due jam scoppiettanti accolte da applausi generali di tutto il locale! Dopo un altro apprezzato tributo agli Scorpions con “Can’t Get Enough” in chiave strumentale, si passa ad una riproposizione di “Still I’m Sad” degli Yardbirds nella rockeggiante versione dei Rainbow di Ritchie Blackmore e R. J. Dio, il suo cantante metal preferito come ci confessa: ma risulta evidente come anche l’ex chitarrista dei Deep Purple sia una delle sue fonti di ispirazione, soprattutto nello splendido bridge con i legati in coda al finale! Ma le lezioni non finiscono qui, e noi attenti studenti siamo ancora desti e pronti a recepire tutti i preziosi insegnamenti che il nostro eroe della sei corde e pronto a divulgarci e a mostrarci sul suo strumento assieme ai due compari: ci mostra ora due tecniche di chitarra differenti, a seconda se si usa il polpastrello oppure la parte meno carnosa del dito, illustrandoci la tencica del “legato” con un accenno a “Lights” dei Journey di Neal Schon, per il palato sopraffino del sottoscritto e dei tanti fan di una delle band più importanti della storia del rock! La sua masterclass prosegui poi con una breve ma esaustiva esposizione sui “powerchords” con un accenno questa volta ai Van Halen di “Don’t Talk About Love” “Crazy Train” di Ozzy Osbourne, rendendo così omaggio ad altri due maestri ed innovatori della sei corde come Eddie Van Halen e Randy Rhoads! L’apporto del giovane ma già navigato Andrea Gianangeli (batteria) dietro le pelli è una sicurezza per qualsiasi musicista, grazie ad una tecnica e un drumming notevole. Paul scherza poi su come la sesta maggiore e minore non stanno bene se accostate assieme e che la soluzione più semplice da adottare è quella di non suonarle, scatenando con la sua pungente ironia l’ilarità totale dei presenti; compara quindi l’accordo di nona di “Black Star” di Y. J. Malmsteen con quello presente invece su “Yesterday” sempre sei The Beatles, spiegando come per l’appunto la nona rispetto alla sesta stia bene dappertutto! Ricordandoci l’imminente uscita del suo nuovo album solista, “Behold Electric Guitar” (in uscita a Maggio per la Music Theories Label – n. d. r.), disponibile questa sera anche al banchetto del merchandise, esegue uno dei nuovi brani presenti sulla nuova release discografica, “Sir You Need To Calm Down”, al termine del quale ci rinnova l’importanza dell’uso dell gambe soprattutto quando si suona rock o blues, sciorinandoci così uno shuffle in solitaria, ritmato dal suo piedino battente! Ultimo brano della serata, “Don’t Take Me For A Fool” sempre di Gary Moore, ci mostra ancora una volta la sua chitarra come sempre fluida e pronta a partire per voli pindarici sulla sei corde, scorrendo limpida e veloce come un fluido musicale: dopo una più che doverosa standing ovation di tutto il Let It Beer, addetti stampa e tecnici del suono e staff compresi, il nostro ospite ci attende uno ad uno per un saluto finale con foto di rito al banchetto predisposto all’ingresso!

Paul Gilbert Trio setlist:

“Gonna Fly Now” (Rocky Theme)
“Over The Hills And Far Away” (Gary Moore instrumental cover)
“Owner Of A Lonely Heart” (Yes instrumental cover)
“Blues For Rabbit”
“Love Me Do” (The Beatles instrumental cover)
“Havin It”
“Guitar Jam 1”
“Guitar Jam 2”
“Can’t Get Enough” (Scorpions instrumental cover)
“Still I’M Sad” (Rainbow instrumental cover)
“Sir You Need To Calm Down”
“Don’t Take Me For A Fool” (Gary Moore instrumental cover)
Non ci resta dunque che complimentarci con tutti gli organizzatori dell’evento, l’MMI (Modern Music Institute) di Roma e lo staff del Let It Beer, e in particolar modo con i due insegnanti/musicisti nonché amici, Emiliano Tessitore e Titta Tani, per aver saputo gestire in modo eccelso un evento di tale portata con un artista che da tempo in molti aspettavano nella Capitale, grazie anche al prezioso contributo di Riccardo Cappelli! Un ultimo saluto e ringraziamento va nuovamente a tutto lo staff del Let It Beer per aver creduto in questa nuova e ben riuscita masterclass, augurandoci di poter vedere presto sullo stesso palco altri altisonanti nomi del mondo della musica, come ad esempio Scott Henderson, il cui concerto è previsto proprio per Venerdì 19 Aprile: vietato mancare!

Fonte: Raffaele Pontrandolfi

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